La “logica incrementale delle tutele” nella disciplina del vincolo paesaggistico

di Giuseppina Mari

La recente sentenza della Corte costituzionale n. 164 del 2021, pronunciata a seguito di conflitto di attribuzione tra enti, fornisce occasione per trattare dei vincoli paesaggistici di area vasta e del potere ministeriale di dichiarazione di notevole interesse pubblico ex art. 138 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42/2004). L’area oggetto del vincolo ministeriale è, nel caso di specie, a tale punto estesa da rischiare di esautorare le funzioni del futuro piano paesaggistico, di cui viene a costituire una sorta di stralcio per il territorio che ne costituisce oggetto. Le questioni sollevate attengono al rispetto del principio di leale cooperazione, nei rapporti con la regione, e al rischio che il potere in questione possa fornire allo Stato – stante la natura ‘vestita’ del vincolo – lo strumento per intervenire sull’urbanistica attraverso il paesaggio.

Il valore primario e assoluto dell’oggetto della tutela paesaggistica spiegano la competenza propria del ministero, mentre la “logica incrementale delle tutele” è la ratio dell’identico potere assegnato alle regioni.

Ricostruita la natura e la funzione del potere ministeriale, il contributo si occupa poi di precisare la nozione di bene paesaggistico e i presupposti per la relativa individuazione rispetto a quella di paesaggio, onde evitare che una nozione eccessivamente ampia e generica del primo finisca col ridimensionare, allorquando il vincolo riguardi un’area vasta, il potere regionale di disciplina del paesaggio nonché col conformare se non consumare il potere comunale di disciplinare gli usi del territorio.

The recent decision of the Constitutional Court no. 164 of 2021 provides an opportunity to exam the landscape constraints ‘of large area’ and the ministerial power of declaration of notable public interest ex art. 138 of the Code of Cultural Heritage and Landscape (Legislative Decree no. 42 of 2004). In this case the ‘bounded’ area is extended to such an extent as to risk depriving the functions of the future landscape plan. The issues taken up in the decision concern the principle of loyal cooperation between State and regions, and the risk that the state competence could provide the State the tool to intervene in urban planning through the landscape.

The primary and absolute value of the object of landscape protection explains the ministry’s competence, while the “incremental logic of safeguards” is the reason of the regions’ identical power.

The contribution also analyzes the notion of bounded ‘heritage landscapes’ and its basis with respect to the broader notion of landscape, in order to avoid that an excessively broad and generic notion of bounded ‘heritage landscapes’ and landscape constraints ‘of a large area’ deprive the regional power to plan the landscape and the municipal power to plan the territory.

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