di Lucia Abbamonte
La Restorative Justice (RJ) continua a catturare l’attenzione di filosofi, sociologhi e psicologi, oltre che di giuristi, data la complessità di emozioni, comportamenti e aspetti socio-legali che si dispiegano lungo i suoi itinerari. Le prassi trasformative di RJ si concentrano sulla riparazione del danno e il superamento del trauma per le vittime, mirando allo stesso tempo al recupero del colpevole e a ristabilire relazioni sociali corrette, condivise e legali. Il testo di legge in quanto tale non è significante nella RJ, e ciò la rende poco compatibile con i principi di legislazione generale e l’analisi meticolosa della fattispecie. In questo lavoro si vuol delineare un confronto fra la dimensione non europea della RJ, di antica e variegata tradizione, e quella italiana, con attenzione soprattutto agli aspetti di diffusione mediatica – inibiti in Italia dalle vigenti normative sulla privacy – e al ruolo della mediazione lingua-culturale nel dialogo fra le parti.
Restorative Justice (RJ) continues to capture the attention of philosophers, sociologists and psychologists, as well as lawyers, given the complexity of emotions, behaviours and socio-legal aspects that unfold along its routes. RJ’s transformative practices focus on repairing harm and overcoming trauma for victims, while aiming to recover the offender and re-establish fair, shared and legal social relationships. The text of the law as such is not significant in RJ, which makes RJ’s practices little compatible with the Italian principles of general legislation and meticulous analysis of the case. In this work we want to outline a comparison between the non-European dimension of RJ, of ancient and varied tradition, and the Italian one, with attention especially to the aspects of media dissemination – inhibited in Italy by the current regulations on privacy – and the role of language-cultural mediation in the dialogue between the parties.