Chiarimenti sulle modalità di applicazione dei CAM ristorazione collettiva

di Federica Campolo

Il presente contributo propone l’analisi della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Veneto, Sez. I, 4 gennaio 2021, n. 11, che esclude l’applicazione dei CAM ristorazione collettiva per gruppi aggregati di prodotti, riferendola ai singoli alimenti. Una differente lettura, secondo il Collegio, lascerebbe eccessivi margini di libertà all’aggiudicataria nell’operare compensazioni tra alimenti del tutto eterogenei, con il rischio che alcune importanti categorie di prodotti biologici rimangano assenti dalla fornitura. Il TAR Veneto, inoltre, seppure incidentalmente, prende posizione sul meccanismo di operatività del vincolo previsto dall’art. 34 del d.lgs. n. 50 del 2016 – che obbliga le amministrazioni al rispetto dei CAM – limitandolo all’ipotesi in cui la lex specialis espressamente ne effettui il richiamo. Un simile orientamento risulta di interesse soprattutto se confrontato con quanto espresso da questa stessa Sezione con la pronuncia del 18 marzo 2019, n. 329, dove, per la prima volta, veniva sostenuta la vincolatività dei requisiti ambientali, indipendentemente dal loro effettivo richiamo nella legge di gara, ponendo alla base di questa lettura il principio di eterointegrazione normativa, di cui all’art. 1374 c.c. Si era in tal modo provveduto, ragionevolmente, a intensificare la portata applicativa dei CAM.

La pronuncia in esame offre all’Autrice l’occasione di delineare un breve quadro della disciplina di riferimento e dell’evoluzione normativa in materia di criteri ambientali minimi, sottolineando il ruolo fondamentale del green public procurement nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

The essay proposes an analysis of the judgement of the Regional Administrative Court for Veneto, Section I, 4 January 2021, no. 11, which excludes the application of environmental minimum criteria (CAM) about collective catering for aggregated groups of products, referring these to single foodstuffs. A different interpretation, according to the Court, would leave excessive margins of freedom to the tenderer in compensating for completely heterogeneous foods, with the risk that some important categories of organic products would remain absent from the supply. Moreover, the Veneto Regional Administrative Court, incidentally, takes a position on the mechanism for the operation of the obligation provided for by art. 34 of Legislative Decree no. 50 of 2016 – which obliges administrations to comply with CAM – limiting it to the hypothesis in which the lex specialis expressly refers to it. Such an orientation is of interest especially if compared with what has been expressed by this same Section with the judgment of 18 March 2019, no. 329. In that case, for the first time, the mandatory nature of the environmental requirements has been supported, regardless of their actual reference in the tender law, based on the principle of regulatory heterointegration (article 1374 of the Italian Civil Code). In that way, the rate of application of CAM was reasonably intensified.

The judgement under review gives the author the opportunity to outline a brief picture of the reference discipline and of the normative evolution about minimum environmental criteria, underlining the fundamental role of green public procurement in achieving the goals of sustainable development.

 

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