di Giuseppina Mari
Recent judgments of the European Court of Human Rights and of the Italian Supreme Civil Court underline the urgent need for a solution to a problem affecting large urban centres, the occupation, without any legal title, of buildings. The tools against unlawfully occupations are regulated by decree law no. 14/2017, converted into law no. 48/2017, recently modified.
The Europea Court and the Italian Court acknowledged that social considerations and fears of public-order disturbances could justify difficulties with enforcement and a delay in evacuating the premises.
Nevertheless, they saw no justification for the Italian authorities’ complete and prolonged failure to take action, reiterating that a lack of resources could not in itself constitute an acceptable reason for failing to enforce a judicial decision.
Recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Cassazione italiana evidenziano l’urgenza di fornire soluzioni a una delle principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani italiani, rappresentata dall’occupazione abusiva di immobili. Le occupazioni abusive hanno costituito anche oggetto della disciplina dettata dal d.l n. 14/2017, convertito, con modificazioni, nella l. n. 48/2017, e recentemente modificato dal legislatore. Le novità giurisprudenziali e legislative rendono opportuna un’analisi delle conseguenze che il ritardo negli sgomberi determina sotto il profilo della responsabilità dello Stato per illecita compromissione dei diritti fondamentali di proprietà e di iniziativa economica, sia della idoneità della disciplina vigente.