La complessità del modello decisionale riflette un sistema in continua evoluzione, connotato da posizioni molteplici, spesso eterogenee, che diventano espressione di interessi specifici da tradurre in contenuto normativo. L’esercizio del potere legislativo è modellato dagli interessi di categoria che incidono sulla definizione dell’agenda normativa di un Paese democratico e sui temi del dibattito politico. Su tale sostrato ideologico, si inserisce l’attività dei portatori di interesse, naturale componente della democrazia, che garantisce la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e specularmente consente l’acquisizione, da parte dei decisori pubblici, di una base informativa su cui fondare scelte consapevoli. Questa intima connessione tra lobbying e democrazia rischia di essere frustrata dalle forme patologiche di influenza, punite a titolo di reato dalla fattispecie ex art. 346-bis c.p. Il traffico di influenze illecite presenta una struttura argillosa che ne rende evanescente i connotati di tassatività. L’assenza di una disciplina organica dell’attività di lobbying rappresenta la radice di vistose aporie e ambiguità di significati, figlie di un approccio legislativo asistematico. Con l’obiettivo restituire alla fattispecie penale il coefficiente di tipicità imposto dai principi costituzionali, la giurisprudenza, attraverso un’ermeneutica tassativizzante, ne riscrive i confini strutturali. In questo scenario si inserisce la sentenza oggetto d’analisi.
The complexity of the decision-making process reflects an ever-changing system, characterized by various stances, often heterogeneous, which become expression of specific interests to transpose in normative content. The exercise of the legislative power is shaped by sectional interests which affect the definition of the institutional agenda of a democratic state and the themes of the political debate. In this ideological substratum, the activity of public stakeholder is relevant: it aims to guarantee the participation of citizen to the decision-making process and, specularly, to allow the acquisition, by public decision-maker, an information base on which to build conscious choices. This intimate connection between lobbying and democracy risks to be frustrated by the pathological forms of influence, punished as a criminaloffence by the art. 346-bis c.p. The influence peddling presents a clayey structure which makes the principle of legality vanishing. The absence of a comprehensive regulation on lobbying activities represents the root of showy aporias and ambiguities of meaning,which are the outcome of an a-systematic legislative approach. With the objective of restoring the constitutional compatibility, the jurisprudence of legitimacy, through a typifying hermeneutic, redefines its structural borders. In this scenario, the sentence analyzed assumes peculiar importance.